Giuseppe VASI (1710-1782), Prospetto dell’Alma Città di Roma visto dal Monte Gianicolo, Rome, 1765

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PROSPETTO DELL’ALMA CITTÀ DI ROMA VISTO DAL MONTE GIANICOLO

Roma, 1765

Incisione su rame (2710 x 1110 mm) costituita da 12 fogli uniti al fine di formare un panorama unico. Brunita, restaurata con rimozione di vernice aggiunta nel corso del secolo XIX e rifoderata su tela neutra.

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Celebre e monumentale veduta prospettica di Roma, presa a volo d’uccello dal Gianicolo e datata “1765” sulla lapide a sinistra contenente la dedica a Carlo III, con le armi di Spagna affiancate dalle personificazioni della Pace e della Guerra al centro, il ritratto dell’autore intento a disegnare la veduta nel secondo foglio in basso a sinistra e legenda al margine inferiore.

Era il 1740 quando il giovane Piranesi entrò nella bottega del Vasi, il piὺ celebre incisore romano del tempo. Non vi sarebbe rimasto a lungo dopo le gelosie sui segreti di stampa (in particolare sembra sull’uso dell’acido) e le violente altercazioni. La rivalità permise tuttavia la concezione e l’esecuzione di opere fantastiche come il Prospetto.

Dopo le Piante di Roma prodotte da Tempesta, Falda e Nolli il Prospetto di Roma è il momento culminante della storia incisoria romana del 1700. A differenza degli sforzi precedenti la visione di Vasi appare come un immenso disegno prospettico che raffigura la città come allora appariva dal giardino di Villa Corsini in cima alla collina conosciuta come il Gianicolo. Vasi inventò diversi aggiustamenti alle regole prospettiche allora esistenti, tra cui l’allungamento verticale della parte inferiore dell’immagine.

 

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